Abu-san, il manga che sostenne l'era oscura della Pacific League (1)

Il mangaka Mizushima Shinji è morto a causa di una brutta polmonite a 82 anni, il 10 gennaio 2022, in un ospedale di Tokyo.



Questo impagabile artista della matita ha lavorato per oltre sessant'anni, lasciando dietro di sé molte opere iconiche incentrate sul baseball. Sebbene Dokaben e Yakyukyo no Uta siano spesso citati come i suoi capolavori, una delle serie preferite di una certa generazione (mi riferisco ai lettori nati all'incirca tra gli anni Sessanta e la fine degli anni Ottanta) è sempre stata Abu-san.

Quest'opera pubblicata sul mensile Big Comic Original, tutt'ora sconosciuta in Italia, possiede tutto il fascino di una storia basata sulla realtà e ritrae vividamente le personalità delle vere stelle del baseball nipponico coprendo ben quattro decenni consecutivi.

Abu-san racconta la carriera di Kageura Yasutake, un temibile battitore di riserva degli allora Nankai Hawks, noto per la sua passione per gli alcolici. Pubblicato dal 1973 al 2014, Abu-san è uno dei manga sportivi più longevi della storia, con 107 volumi pubblicati e milioni di copie vendute.  Si tratta di una serie particolarmente apprezzata dagli appassionati per la sua meticolosa rappresentazione dei dettagli e soprattutto per l'apparizione dei giocatori degli Hawks coi loro veri nomi.



La carriera professionistica di Kageura copre i 42 anni che partono dal 1972, quando i Nankai Hawks avevano la loro base a Osaka, fino al 2014, vivendo il trasferimento della franchigia qui a Fukuoka nel 1989, diventando prima i Daiei Hawks e infine, nel 2005, gli attuali SoftBank Hawks.
Il titolo deriva dall'assenzio, (in giapponese abusan, la bevanda che Kageura beve fin dalla sua prima apparizione) e diventa anche il soprannome del protagonista. Ubriacone e senza la resistenza per giocare un'intera partita, Kageura si dimostra però un fuoriclasse come battitore designato, uno capace di una concentrazione assoluta che gli permette di ottenere spettacolari homerun.

Nella seconda parte della serie, la trama diventa più surreale: Kageura vince per tre anni consecutivi la tripla corona (percentuale di battuta / punti battuti a casa / fuoricampo) a quasi 50 anni, e a 60 anni è il primo a raggiungere una media battuta del 40%. Numeri favolosi, impossibili da raggiungere, che fanno vacillare l'aspetto reale del manga.

Infatti, a mio modesto parere, la vera bellezza di Abu-san la si trova nel realismo dei primi anni, quando il protagonista era solo un battitore di riserva. Kageura viene relegato in seconda squadra, è spesso coinvolto in trattative di scambio, e a un certo punto, verso la fine dei suoi trent'anni, viene persino svincolato dopo una crisi di risultati (per poi rientrare negli Hawks superando un test di ammissione). Le sue lotte sportive, sempre sospeso tra il ritiro e il voler continuare a giocare, danno un'idea della durezza del mondo del baseball professionistico.



Anche il personaggio di Kageura è ispirato a giocatori reali. Ed è proprio questo legame con la realtà che rendeva i personaggi così vividi. 

  • il suo cognome viene da Kageura Masaru, stella degli Hanshin Tigers negli anni '40.  
  • il suo stile di battuta imita quello di Doi Masahiro, slugger dei Kintetsu Buffaloes (465 fuoricampo in carriera).  
  • la sua mazza da battitore, soprannominata asta del bucato, è un omaggio a Fujimura Fumio, leggenda dei Tigers.  
  • la sua capacità di bere come una spugna si basa sull'atleta Nagafuchi Yozo, famoso bevitore dei Buffaloes.

Uno dei grandi pregi di Abu-san è l'ambientazione: la squadra scelta (tifata da sensei Mizushima) fu quella dei Nankai Hawks, durante un'epoca in cui la Pacific League era debole e poco popolare. Il che rende il manga storicamente significativo. Infatti, all'epoca, mi riferisco agli anni '70 e '80, il baseball giapponese era dominato dagli Yomiuri Giants di Tokyo, squadra iconica dell'allora popolarissima Central League.

Le partite dei Giants e dei loro storici rivali, gli Hanshin Tigers, venivano trasmesse in prima serata, mentre quelle della Pacific League erano quasi ignorate dai media. Nonostante la presenza di campioni come Yamada e Fukumoto (entrambi Hankyu Braves), Higashio (Seibu Lions), Murata (Lotte Orions), e Suzuki (Kintetsu Buffaloes), spesso mi raccontano di quanto fosse raro vederli in azione in una diretta tv.

Ecco perché Abu-san fu così importante: il manga portò questa lega e questi giocatori sotto i riflettori. Nel corso dei capitoli, i famosi Yamada, Higashio e Suzuki, giocatori reali di quel periodo, diventarono rivali di Kageura, mentre il celebre lanciatore Murata, reduce da un'operazione chirurgica, al suo ritorno in campo visse un epico duello contro Kageura. Questi scontri tra il protagonista e i grandi lanciatori avversari degli Hawks sprigionavano un'intensità che andava oltre il semplice fumetto.



Un altro elemento ricorrente erano le serate all'izakaya Daitora, gestito dal suocero di Kageura, dove spesso i rivali, amici-nemici, si riunivano a bere e chiacchierare. Harimoto (battitore con tremila valide in carriera!), seduto al bancone, parlava con orgoglio delle sue mazze personalizzate, mentre Ochiai (che nel manga compete con Kageura per il titolo di miglior battitore) si vantava che, alla fine, sarebbe stato lui il re dei fuoricampo. 
Quando Kageura stupì tutti esibendo una giocata in corsa, la sera successiva, al bar, si presentarono Fukumoto, Minoda, Shimada e Takashiro, quattro tra i migliori corridori della Pacific League, per analizzare l'impresa e discuterne animatamente!

I giocatori della Pacific League erano ritratti con tale vividezza che i lettori attendevano sempre con ansia le loro apparizioni. Pare che anche i giocatori stessi la pensassero così: all'epoca, si diceva che apparire nel manga Abu-san significava essere arrivati, significava essere considerati dei veri professionisti.

(1- continua)


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