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Il ritorno di Goldrake, un eroe che non invecchia mai

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In questi giorni, in Italia, leggo che si parla spesso del cinquantesimo anniversario di Goldrake. La notizia della messa in onda sulla RAI ha riacceso i miei ricordi e probabilmente quelli di una generazione cresciuta davanti allo schermo, quando l’eroe spaziale di Nagai conquistava il cuore dei più piccoli e l’immaginario collettivo del Paese. Eppure, curiosamente, in Giappone il cinquantenario non sembra suscitare la stessa eco mediatica. Almeno, questo è ciò che emerge dalle fonti che ho potuto consultare io: la notizia non è trattata come un grande evento, tantomeno nazionale, ma appare piuttosto confinata a cerchie di appassionati e media specializzati nel revival nostalgico.  Cercando più a fondo, ho trovato riferimenti interessanti in due fonti in particolare. La prima è " Middle Edge ", media dedicato a chi è nato tra gli anni ’60 e ’70, pensato per offrire ogni tipo di informazione nostalgica. Sul loro sito si trova anche la sezione " Middle Edge BBS ", de...

Forza Sugar: e dopo, come sarebbe potuta andare a finire?

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Il mangaka Koyama Yu, come racconta in un’intervista a un mensile specializzato, aveva ben chiara fin dall’inizio della serie la scena finale dell’incontro tra Sugar e Seki. Durante la serializzazione, circolavano voci secondo cui Sugar potesse morire, proprio come era accaduto al protagonista di Ashita no Joe  (Rocky Joe). Alla fine, invece, il cerchio si è chiuso come ci si aspettava, con un finale che lascia soddisfatti, diciamo, al 99%. E quel restante 1% di insoddisfazione?  Si riferisce a un altro dibattito che divise i lettori: la sorte della signorina Ashika. Sappiamo che si imbarca su un aereo per l’Europa senza aver scelto né Sugar né Seki. Ma fu davvero questo l’espediente narrativo migliore per concludere la storia? Forse sì: in caso contrario, Sugar avrebbe rischiato di perdere la sua purezza. E dopo cosa sarebbe successo? All’inizio molti lettori pensavano che Ashika sarebbe tornata in Giappone per legarsi definitivamente a Sugar. Col tempo, però, basandosi anche...

CROSS ROAD〜kaze no yukue, il secondo film su Touch

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Kishotenketsu , mi insegnavano all’università. Una parola composta da quattro ideogrammi ( 起 ki , 承 sho , 転 ten , 結 ketsu ) che indicano gli elementi -introduzione, sviluppo, svolta e conclusione -  su cui è strutturata la poesia giapponese, a imitazione di quella cinese classica. Una matrice su cui impostare e sviluppare una storia. Dovesse mancare uno di questi quattro elementi, si direbbe che la narrazione non abbia la giusta sostanza. Nel lungometraggio Touch CROSS ROAD 〜 kaze no yukue , il ki , l’inizio che pone le basi della storia e introduce i personaggi, esiste, ed è un'eredità di Touch – Miss Lonely Yesterday , il film precedente datato 1998. Il ten , la svolta che dovrebbe introdurre una circostanza inaspettata, un nuovo amore oltreoceano di Tatsuya , un eventuale viaggio di Minami in America o una presunta scappatella tra Minami e Nitta, si limita invece a sviluppare una serie di sottotrame fiacche, con personaggi altrettanto privi di spessore, che non danno consis...

Captain & Play Ball

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Il manga Captain uscì poco più di quarant’anni fa, nel 1972, sulle pagine di Gekkan Shonen Jump e proseguì con successo per sette anni, chiudendo provvisoriamente i battenti sul finire degli anni ’70. L’opera ottenne subito grande popolarità, tanto che l’anno successivo la più celebre cugina, Shukan Shonen Jump, commissionò all’autore Chiba Akio lo spin-off Play Ball , incentrato stavolta sul baseball liceale. A differenza dei drammatici spokon manga dell’epoca, Chiba puntò tutto sulla sua abilità nel rappresentare la realtà in modo accurato e fedele. Questo approccio volle creare una narrazione autentica, capace di essere identificata e compresa dai giovani lettori come qualcosa di vicino alla loro stessa esperienza di vita. Attraverso dettagli e situazioni plausibili, talvolta addirittura ispirati alla quotidianità, Captain  raccontò la vita del giovane sportivo delle scuole medie senza idealizzazioni, seguendo diversi protagonisti che si congedavano dai lettori via via che la s...

Toriton e il baseball liceale

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Il 2020 fu un anno assolutamente anormale. Dopo aver oltrepassato la sua naturale metà, come ogni estate, avrebbe dovuto riproporsi la stagione clou del baseball liceale.  Purtroppo, il maledetto COVID causò danni a ogni manifestazione sportiva. Per la prima volta nella sua storia la federazione fu costretta ad annullare il Koshien. Quell’estate, quindi, niente baseball giovanile e nessuno di quei rituali che da sempre ne accompagnano la magia: mancò la meravigliosa perseveranza dei giovani atleti, madidi di sudore, che si affrontavano sul diamante, così come le tifoserie esultanti, le cheerleaders e, ovviamente, la grande cornice di pubblico sugli spalti, che applaudiva e incitava i propri beniamini sotto il sole cocente. Inoltre, non si poterono ascoltare le trascinanti performance delle brass band, le bande musicali scolastiche. Queste bande, soprannominate buraban , schierano un certo numero di ottoni e un’agguerrita sezione di percussioni, e sono più o meno l’equivalente delle...

Topolino Gamba e il trauma di Noroi

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Rispolvero un ritaglio di giornale di qualche anno fa dove si commentavano alcune uscite cinematografiche imminenti. Cito dalla pagina degli spettacoli del quotidiano Asahi Shinbun: " Un capolavoro dell'animazione televisiva riproposto a partire da ottobre in versione computer grafica 3D ".  "E questo sarebbe un capolavoro?" ricordo che pensai mentre scorrevo le prime righe dell'articolo. Non lo ritenevo certamente un titolo capace di scuotere il mondo dell'animazione.  Eppure, dopo aver chiesto in giro, ho capito quanto quel film avrebbe stimolato i ricordi nostalgici ai giapponesi appartenenti a una certa generazione cresciuta anche guardando il cartone animato che lo ha ispirato. Alcuni di loro avranno pensato " Ah, quanto mi piacerebbe rivedere quell'anime ". Mentre altri, rammentando quel  Noroi , probabilmente avranno tergiversato. Procediamo per gradi: qual è il cartone? Si tratta di Ganba no boken (L'avventura di Gamba), un ani...

Nanà Supergirl

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In Giappone molti indicano il maestro Azuma Hideo come colui che introdusse al moderno concetto di moe  nei manga.  Moe è un termine che può riferirsi, tra le altre cose, a moekko , ovvero una fanciulla dolce e ingenua, inesperta e perciò spesso goffa, ma proprio per questo inconsapevolmente attraente.  La parola moe  prese piede all'inizio degli anni '90 in Giappone ed è di origine incerta, sebbene esistano diverse teorie su come sia entrata in uso. Va detto che Azuma, a un certo punto, durante un’intervista, dichiarò che non aveva la minima considerazione per quel termine e che, anzi, lo irritava parecchio. Resta il fatto che i contenuti delle opere di Azuma sono divertenti e interessanti. E soprattutto, le fanciulle disegnate da Azuma sono davvero adorabili. Per ciò che mi riguarda, una delle capofila è senz’altro Nanako, protagonista del manga prima e dell'anime poi intitolato Nanako SOS! , da noi Nanà Supergirl. Infatti, credo di essere diventato un f...