ROOKIES il proseguo del sogno (2)

La vignetta che raffigura Aniya con l’uniforme degli Hanshin Tigers mi fa esclamare "Sasu ga, Morita sensei!"(c’era da aspettarselo dal sensei Morita!), da vero tifoso sfegatato delle Tigri quale lui è.



Magari avrebbe potuto disegnare l’uniforme in modo più preciso. Mi domando se per caso non ci siano di mezzo recenti restrizioni legate al delicato discorso dei diritti: è lecito riprodurre l’uniforme ufficiale? Che sia rischioso inserire un numero che potrebbe ricondurre a un giocatore reale? Ragioni di copyright? Chissà. Tempo fa avevo letto da qualche parte che solo il sensei Mizushima Shinji poteva disegnare le casacche originali dei professionisti senza chiedere alcun permesso ai rispettivi team.

Un altro paio di considerazioni: ROOKIES, il proseguo del sogno è una storia rattoppata, con qualche lacrimone e qualche sgangherata, ma che ripropone le tipiche trovate e, soprattutto, i mitici primi piani delle espressioni dei personaggi, vero marchio di fabbrica di Morita. La batteria dei personaggi, seppur ridottissima, e il collaudato meccanismo del rapporto professore-alunno fanno il resto.

La storia parte bene, con un paio di flashback estivi, per poi virare verso un racconto meno frastagliato, incentrato sul futuro di Mikoshiba, risolto infine senza troppe banalità. La quota comica viene mantenuta grazie allo spassoso Hiracci, mentre il professor Kawato si cimenta nei consueti exploit moralistici con i suoi studenti. Purtroppo, mancano le sue abituali intemerate e l’insofferenza verso la gerarchia; in compenso, non difettano gli esilaranti battibecchi tra Kawato e i suoi colleghi.

Insomma, una storia monca ma godibile, un canto del cigno abbastanza dignitoso per quello che considero uno dei manga più coinvolgenti del primo decennio dei 2000.


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