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Tommy la stella dei Giants (3)

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La carriera di Tommy, in teoria, termina dopo il grave infortunio del protagonista. Tuttavia venne creata una nuova serie soprannominata Shin che mantenne qualche spunto originale ma che col manga aveva poco a che fare.  C'era davvero il bisogno di allungare la storia a distanza di ben sette anni dall'uscita della prima, tra l'altro in un periodo (fine anni '70) in cui il genere spokon aveva irrimediabilmente imboccato la sua fase di declino? Il mangaka Kawasaki pare non fosse molto d'accordo. Per lui l'avventura sportiva di Tommy si era conclusa con la prima serie. Tuttavia venne convinto da un entusiasta Kajiwara a riprendere in mano la matita. Trama La storia ricomincia così: sono trascorsi cinque anni da quando Tommy è sparito dalla circolazione. Nel frattempo, i Giants sono finiti in fondo alla classifica, Charlie Red è stato assunto a tempo pieno nella ditta del padre, mentre Alexander Mitchell, perso l'interesse per il baseball a seguito della sparizi...

Tommy la stella dei Giants (2)

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Nomi e nomignoli Pare che il nome del protagonista Tommy avrebbe dovuto prendere spunto dagli ideogrammi di 明星 , myojo , cioè Stella del mattino (Venere), in modo da richiamare l'idea di stella della squadra dei Giants. Il primo ideogramma giallo si legge mei , myo  oppure akarui , cioè chiaro, luminoso, illuminato. Il secondo è quello di hoshi , cioè stella. Invertendo gli ideogrammi che compongono la parola myojo  e separandoli si sarebbe potuto ottenere Akira Hoshi , quindi un nome già bello e pronto.  Invece a Kajiwara non bastava. Oltre al concetto di stellare, lo sceneggiatore volle inserire anche un elemento che richiamasse l'immagine di personaggi storici come Miyamoto Musashi o Sakamoto Ryoma , cioè modelli umani a cui ispirarsi. Tommy doveva diventare un supereroe non necessariamente vincente sul campo ma comunque vincitore morale della storia.  A Kajiwara venne in aiuto il termine inglese human , che storpiato ad arte in giapponese si trasformò nel nome ...

Tommy la stella dei Giants (1)

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Da queste parti non c'è distinzione di sesso o d'età che tenga: tutti, uomini, donne, giovani e meno giovani possono affermare di conoscerli.  Pochi sono i giapponesi che vi confesserebbero di non sapere chi siano Hoshi Hyuma (Tommy Young) o suo padre Hoshi Ittetsu (Arthur Young), i protagonisti di questa monumentale opera a fumetti. Kyojin no hoshi (Tommy la stella dei Giants) è senza dubbio la serie regina del spokon manga. È una storia che promuove lo spirito di sacrificio e l'impegno ai limiti del rabbioso. Inoltre, fa da cornice a un quadro già estremizzato dalla rivalità ossessiva tra i vari protagonisti, impegnati nel tentativo di annientarsi sportivamente, anche a costo dell'autodistruzione. Una sorta di paradossale anti sportività. Tempo fa, giocherellando col telecomando del digitale terrestre, intercettai casualmente uno dei film dedicati alla serie. Per la precisione Kyojin no hoshi - Dai League ball (La stella dei Giants, il lancio della Big League), lu...

Pat la ragazza del baseball (3)

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Nel 1979, dopo il successo della serie animata, i produttori decisero di realizzare un adattamento cinematografico attraverso un'operazione di montaggio di alcuni episodi, ma tale scelta non contemplò la storia di Pat. L'assemblaggio riguardò invece gli episodi 13 e 14 della mini saga Kita no ookami, minami no tora (Il lupo del nord, la tigre del sud, in Italia corrisponde alle puntate 26, 27, 28 e 29 del cartone animato). Questi episodi vennero montati senza stravolgere la storia, dando vita a un film di un'ora e mezza che la Tōei proiettò al cinema il 15 settembre 1979. La trama narra di una madre disperata che, durante una tormentata notte invernale, abbandona i suoi due gemelli in due diverse località di un paesino dell'Hokkaido: uno viene scoperto e adottato da uno yakuza vedovo, mentre l'altro da una coppia di Kumamoto che si trovava per caso a passeggiare vicino al tempio. I due fratelli crescono in ambienti completamente diversi, ma entrambi sviluppano una ...

Pat la ragazza del baseball (2)

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È utile ripercorrere cronologicamente le tappe principali dell'opera di Mizushima Shinji per cercare di fare luce su questa serie che in Giappone ha generato svariate produzioni, tra cui uno sceneggiato e persino un divertentissimo film. Pat la ragazza del baseball sarà sempre ricordato in Giappone perché è un manga capace di richiamare immediatamente i nostalgici a quel periodo straordinario a cavallo degli anni Ottanta. Ma non si tratta solo di rimpianto o di nostalgia. Credo che sia semplicemente la voglia di rallentare un po' la corsa in avanti e recuperare l'intensità di quegli anni brillanti e creativi. Ecco, in breve, l'elenco delle varie produzioni riguardanti Pat la ragazza del baseball: 1972 - Manga - inedito 1977 - Film - inedito 1977 - Anime - uscito in Italia 1979 - Film d'animazione - inedito 1985 - Sceneggiato televisivo - inedito 1997 - Manga, primo sequel - inedito 2000 - Manga, secondo sequel - inedito 2005 - Manga, terzo sequel - inedito (1972) MA...

Pat la ragazza del baseball (1)

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Il manga e l'anime di Pat la ragazza del baseball si presentano come una sorta di antologia che raccoglie eventi narrati con una qualità indiscutibilmente sopra la media.  La sceneggiatura originale, le animazioni ben caratterizzate e una valida colonna sonora hanno aiutato questo cartone a mantenere il suo successo nel tempo. Piccola premessa: trattandosi di una storia imperniata sul baseball professionistico, il Koshien si vede solo a sprazzi e compare di sfuggita nel corso delle vicende che narrano il background dei vari personaggi. In origine conosciuto come " Yakyukyo no Uta " (traducibile con "Il poema di un patito del baseball"), "Pat la ragazza del baseball" vide la luce sulla rivista Shukan Shonen Magazine e venne pubblicato nell'arco di quattro anni, dal 1972 al 1976. Successivamente, nel 1977, l'opera venne trasposta in un cartone animato di 25 episodi, ognuno della durata di circa 45 minuti, prodotto dalla Nippon Animation. In Itali...

ROOKIES (2)

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L'atmosfera che traspare dalle pagine di ROOKIES  risulta talmente realistica che si ha quasi l'impressione di trovarsi di fronte a personaggi in carne ed ossa.  Non c'è traccia di approssimazione grafica: anche i tratti distintivi dei personaggi secondari sono resi con grande dovizia e precisione. Morita dimostra il suo talento soprattutto nel riprodurre la mimica facciale dei protagonisti, caratterizzandoli con smorfie esilaranti.  Le uniformi sportive e le divise scolastiche sono tratteggiate con precisione millimetrica, le attrezzature sono vivide e lo stesso si può dire degli sfondi, degli interni della scuola, delle diverse aree del campo da gioco e le tribune degli stadi. Il disegno dinamico unito a un realismo tecnico quasi ossessivo costituiscono gli elementi ideali per narrare una partita di baseball.  Alcuni lettori a digiuno di baseball potrebbero trovare noiosa la descrizione dettagliata dei lunghi incontri che riempiono le pagine della seconda parte del...