Tommy la stella dei Giants (2)

Nomi e nomignoli



Pare che il nome del protagonista Tommy avrebbe dovuto prendere spunto dagli ideogrammi di 明星, myojo, cioè Stella del mattino (Venere), in modo da richiamare l'idea di stella della squadra dei Giants. Il primo ideogramma giallo si legge mei, myo oppure akarui, cioè chiaro, luminoso, illuminato. Il secondo è quello di hoshi, cioè stella. Invertendo gli ideogrammi che compongono la parola myojo e separandoli si sarebbe potuto ottenere Akira Hoshi, quindi un nome già bello e pronto. Invece a Kajiwara non bastava. Oltre al concetto di stellare, lo sceneggiatore volle inserire anche un elemento che richiamasse l'immagine di personaggi storici come Miyamoto Musashi o Sakamoto Ryoma, cioè modelli umani a cui ispirarsi. Tommy doveva diventare un supereroe non necessariamente vincente sul campo ma comunque vincitore morale della storia. 

A Kajiwara venne in aiuto il termine inglese human, che storpiato ad arte in giapponese si trasformò nel nome Hyuma. Dunque, Hoshi Hyuma. Che ne fu dell'idea di luce o luminoso, che ben si adattava a una stella? Venne riciclata per dare il nome a Giusy, la sorella maggiore di Tommy, che venne chiamata Akiko, che significa appunto l'illuminata o la radiosa. Potenza degli ideogrammi!

Nel manga, Hanagata Michiru (Alexander Mitchell), descritto come il rampollo di una prestigiosa casata automobilistica, ha vissuto l'infanzia in Inghilterra, dove pare fosse stato persino ricevuto dalla Regina Elisabetta! Una volta tornato in Giappone, col suo tipico atteggiamento nichilista, Alexander decide di affiliarsi a una banda di teppisti, i Black Shadows, ribellandosi alla sua condizione di figlio di papà privilegiato.

L'incontro con Tommy, che Alexander dimostra subito di detestare a causa dello spirito di abnegazione del lanciatore, gli fa scattare la molla che lo rimette nella giusta carreggiata. D'ora in poi il suo obiettivo diverrà sconfiggere quel ragazzino cocciuto che non molla mai. Va da sé che Alexander dovrà per forza giocare con gli Hanshin Tigers di Osaka, da sempre considerati nemici storici dei Giants di Tokyo.



Ed eccoci a uno degli episodi del manga che mi ha colpito in modo particolare e che riassume tutta la filosofia di Kajiwara nell'esasperare le gesta sportive dei suoi personaggi. Tommy è poco più che ragazzino e si trova ad affrontare il rivale di sempre, Alexander, il quale ha in serbo per lui una terribile battuta chiamata Knock-out, con la quale rispedisce la pallina addosso al lanciatore, ferendolo in modo serio.

Arthur Young, il padre di Tommy, uno che la sa lunga in fatto di baseball, ha un'intuizione per migliorare l'addestramento del figlio. Imbeve alcune palline con del cherosene, le accende e le batte addosso al povero Tommy. Il poveretto non può certo bloccarle col guantone, ma non può nemmeno permettersi il lusso di scansarle. Un allenamento che servirà a Tommy per trovare un sistema che gli permetta di compiere l'assistenza in prima base senza afferrare la pallina infuocata.



Arriva il giorno dell'incontro e Tommy sale sul monte di lancio. Alexander non ci pensa due volte e ribatte violentemente la pallina mirando alla gola del rivale. Memore dell'allenamento speciale, Tommy fa una mezza capriola all'indietro e respinge la pallina con la pianta delle scarpette chiodate, indirizzandola in prima base. Alexander rimane di sasso. Non accenna nemmeno a correre e viene facilmente eliminato dal giocatore in prima base che nel frattempo ha raccolto l'innocua pallina rotolante. La sfida è conclusa. Tommy esulta mentre il rivale brucia dalla rabbia e gli dichiara ufficialmente guerra.

Disciplina, abnegazione e spirito di sacrificio sono gli insegnamenti tanto cari a questa cultura che fanno capolino dalle pagine del manga, anche se va detto che non sono spesso così edificanti. 

Un altro esempio. il padre Arthur obbliga Tommy a correre una decina di chilometri al giorno lungo un percorso prestabilito. Un bel giorno il ragazzo trova la strada sbarrata dai lavori in corso e decide di prendere una scorciatoia per completare il percorso. Scelta più che ragionevole, ma che mai avrebbe dovuto fare. Infatti, lungo la strada del ritorno incrocia il padre con gli occhi che sprizzano fiamme che gli assesta un sonoro ceffone: "Perché hai scelto una scorciatoia?! Le scorciatoie non portano a nessuna maturazione perché ti fanno scansare gli ostacoli senza sforzarti! Affrontare gli ostacoli ti permetterà di crescere e maturare! Guai a te se nella vita sceglierai di nuovo una scorciatoia!"



Mi raccontavano che nel Giappone di quegli anni si era soliti spronare i ragazzini dicendo loro che un genio era formato da un 1% di talento, mentre il restante 99% era un condensato di impegno, fatica, abnegazione e sforzo.

La famiglia Hoshi conduce una vita molto povera. Il padre Ittetsu (Arthur) lavora come manovale per mantenere i due figli, Hyuma (Tommy) e la sorella maggiore Akiko (Giusy). Il ragazzino si allena duramente per diventare un grande giocatore di baseball. A spingerlo in modo ossessivo su questa strada è proprio il padre vedovo, ex grande giocatore di baseball, il quale durante la Seconda Guerra Mondiale ha dovuto dire addio a una promettente carriera sportiva coi Giants di Tokyo a causa di un infortunio alla spalla.



Il padre autoritario proietta sul ragazzo le sue aspirazioni mancate. Lo costringe a irrobustirsi facendogli indossare un'imbracatura tutta molle e ferro ritenendola in grado di potenziare la zona toracica e i muscoli delle spalle. Inoltre, lo obbliga a usare sempre la mano sinistra benché il bambino sia un destro naturale.

Anche le creazioni bizzarre nascono da problemi concreti ai quali grandi menti cercano di dare delle soluzioni. Non avendo evidentemente niente di meglio da fare, oppure spinto da un inguaribile entusiasmo per il suo manga preferito, uno pseudo inventore giapponese si è messo in testa di ricreare l'imbracatura molleggiata indossata da Tommy, spacciandola come un valido sistema per rinforzare la muscolatura.



Dopo essersi iscritto al prestigioso liceo Sinclair (Seiun), Tommy incontra Ban Chuta (Charlie Red), il quale abbandona l'amato judo e diventa suo amico per la pelle nonché l'inseparabile ricevitore. Ma come ha fatto Tommy a iscriversi a un liceo esclusivo frequentato solo da figli di papà? E perché il signor Red, padre di Charlie e preside dell'istituto, ha tanto a cuore che la sua scuola arrivi al Koshien? Non certo per gratificare gli studenti. Il suo desiderio è mosso unicamente dalla rivalità nei confronti della Hanagata Motors (Mitchell Motors), la ditta automobilistica della famiglia di Alexander che fa concorrenza alla sua. 

Alla squadra del signor Red occorre un lanciatore prodigioso per battere il liceo di Alexander e dimostrare la superiorità totale nei confronti del concorrente. Ecco perché il signor Red accoglie di buon grado nella sua scuola esclusiva un ragazzino di estrazione povera come Tommy. E non si limita a questo: pur di ottenere il suo scopo, il vulcanico preside arriva persino a ingaggiare il padre Arthur come allenatore. Ma, come si vedrà, sarà tutto inutile. Il Sinclair guadagnerà le finali del Koshien sconfiggendo in semifinale il liceo Newton (Kumamoto Norin) dell'occhialuto Samon Hosaku (Simon Holden). Tuttavia, complice un infortunio al dito, la squadra di Tommy verrà sconfitta in finale dal liceo Collins (Koyo) di Hanagata (Alexander Mitchell).



Cacciato dal liceo, Tommy si presenta a un training camp dei Giants, lo supera e viene ingaggiato dai professionisti, coronando il sogno suo e di suo padre Arthur. Da quel momento in poi Simon e Alexander diverranno i rivali più acerrimi di Tommy. Alexander verrà ingaggiato dagli Hanshin Tigers, storici nemici dei Giants, e ciò accrescerà ulteriormente la loro rivalità sul diamante. 

Tuttavia il giovane Tommy si ribella all'ossessiva pressione di Arthur che ormai gli toglie il respiro e da quel momento prenderà il via un conflitto familiare che si trascinerà fino alla fine della serie. Infatti, pur di contrastare Tommy, Arthur si farà addirittura ingaggiare da un team rivale. Superata la parentesi dell'amore infelice con la povera Mina, Tommy riuscirà comunque a costruirsi un'ottima carriera e perfezionerà tre super lanci con effetto micidiale che lo renderanno celebre. 

I tre super-lanci sono chiamati makyu (palla magica). 



  • Super Lancio Numero 1: la traiettoria mira dritta sul battitore per intimorirlo, poi l'effetto fa sì che la palla rimbalzi sulla mazza e si trasformi in una comoda rotolante.
  • Super Lancio Numero 2: è il cosiddetto lancio invisibile che sfrutta il vuoto d'aria e la polvere del campo per mimetizzarsi e scomparire, ingannando il battitore che vede la pallina sparire come per incanto.
  • Super Lancio Numero 3: si tratta di un lancio under slow quasi ad altezza zero, che sfrutta la forza propulsiva e la pressione della corrente d'aria per schivare il giro di mazza e costringere l'avversario allo swing.

Ma lo sforzo per eseguire simili lanci logorerà giorno dopo giorno il fisico di Tommy minando la sua integrità psichica. L'epilogo amaro, da una parte premierà Tommy con una grande vittoria contro i Dragons di Nagoya allenati da suo padre, durante la quale eseguirà la partita perfetta*, mentre dall'altra gli farà patire un gravissimo infortunio al polso sinistro. 

La partita perfetta, detta perfect game, è una prestazione eccezionale da parte di un lanciatore. Si verifica quando il lanciatore  riesce a eliminare tutti e 27 i battitori della squadra avversaria senza concedere alcuna valida, né basi per ball, né alcun errore difensivo da parte della sua squadra. In altre parole, nessun battitore avversario riesce a raggiungere la prima base in nessun modo. Il perfect game è una delle più rare e impressionanti gesta nel baseball, poiché richiede una combinazione di abilità del lanciatore, precisione, concentrazione e anche un po' di fortuna.



La carriera di Tommy coi Giants si sarebbe dunque dovuta concludere in modo tanto epico quanto drammatico, e invece...

(2- continua)

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