Pat la ragazza del baseball (1)

Il manga e l'anime di Pat la ragazza del baseball si presentano come una sorta di antologia che raccoglie eventi narrati con una qualità indiscutibilmente sopra la media. 

La sceneggiatura originale, le animazioni ben caratterizzate e una valida colonna sonora hanno aiutato questo cartone a mantenere il suo successo nel tempo.



Piccola premessa: trattandosi di una storia imperniata sul baseball professionistico, il Koshien si vede solo a sprazzi e compare di sfuggita nel corso delle vicende che narrano il background dei vari personaggi.

In origine conosciuto come "Yakyukyo no Uta" (traducibile con "Il poema di un patito del baseball"), "Pat la ragazza del baseball" vide la luce sulla rivista Shukan Shonen Magazine e venne pubblicato nell'arco di quattro anni, dal 1972 al 1976. Successivamente, nel 1977, l'opera venne trasposta in un cartone animato di 25 episodi, ognuno della durata di circa 45 minuti, prodotto dalla Nippon Animation. In Italia, la serie arrivò nel 1983, grazie all'intuito della Oceania Film che la distribuì a diverse televisioni locali.



La caratteristica che salta subito all'occhio è la durata degli episodi giapponesi, che in pratica sono due spezzoni standard da 22 minuti uniti tra loro. La lunghezza inusuale fu dovuta all'esigenza televisiva di allora, in modo che la puntata potesse coprire l'intero programma di prima serata. Motivo per cui, la prima volta che andò in onda, il cartone animato venne trasmesso dal network Fuji Television alle otto di sera, a cadenza settimanale, con episodi che duravano la bellezza di 45 minuti!

Le esigenze televisive italiane, invece, prevedevano che la durata di un cartone giornaliero fosse quella classica al massimo di 25 minuti. Quindi si decise di suddividere la serie, diluendola in 50 episodi.

Mi preme sottolineare due aspetti sui quali c'è sempre stata molta confusione in Italia. In primo luogo, c'è da sfatare la voce secondo cui Mister Baseball sarebbe stato il prequel di Pat la ragazza del baseball. Niente di più sbagliato. Probabilmente, l'elemento che generò questa confusione è il personaggio di Iwaki Masami (il gigante di Mister Baseball con il trifoglio in bocca a mo' di stecchino), che molti pensavano fosse lo stesso personaggio di Iwata Tetsugoro, l'anziano lanciatore in Pat.



Oltre a ciò, il fatto che le due serie fossero trasmesse pressappoco nello stesso periodo contribuì ad alimentare l'errore. In realtà, Pat ragazza del baseball non è il seguito di Mister Baseball, e le due serie non hanno nulla a che vedere l'una con l'altra. L'unico elemento in comune è soltanto lo stesso autore, cioè Mizushima Shinji. In secondo luogo, il nome giapponese di Pat è Yuki, non Yuko come erroneamente riportano molte recensioni in rete.

La trama può essere suddivisa in due filoni principali: il primo, scelto dai produttori italiani per dare il nome alla serie, è incentrato sulla vicenda agonistica della giovane lanciatrice Mizuhara Yuki, resa in italiano col nome Pat.

Il secondo filone consiste in un contenitore dedicato alle storie dei vari giocatori dei Tokyo Mets, una squadra immaginaria della Central League che gioca in un fantomatico stadio chiamato Kokubunji, ispirato all'imponente Meiji Jingu. Nel corso dei primi 11 episodi (quindi il doppio, in Italia), la storia ruota attorno allo sviluppo della dream ball (tradotto come lancio del sogno), un nuovo tipo di lancio che solo Pat riesce a eseguire, e all'ossessione del ricevitore Muto Heikichi di riuscire a ribatterlo.



La seconda parte, senza un apparente protagonista, ma molto più interessante per gli appassionati di baseball, si focalizza sulle vicissitudini e sul background dei vari giocatori dei Tokyo Mets

Tornando alla protagonista, Yuki frequenta il liceo Musashino ed è una grande appassionata di biologia. Ha intenzione di iscriversi all'università per studiare le tigri e il loro ambiente naturale. È anche un'ottima lanciatrice nella squadra di softball universitaria e il suo talento viene notato da Iwata Tetsugoro, un anziano pitcher dei Tokyo Mets in odore di pensionamento. L'ormai cinquantenne Tetsugoro si convince di aver scoperto in Pat un autentico talento e inizia a tormentarla per convincerla a tentare l'avventura nei professionisti del baseball.

Superati i dubbi e le incertezze, al draft del 1975 Yuki viene indicata come la prima scelta dei malconci Tokyo Mets. Tuttavia, la Federazione giapponese mette i bastoni tra le ruote, visto che il regolamento non consente alle donne di giocare coi professionisti maschi. Fino agli anni Novanta, esisteva realmente il comma 1 del paragrafo 83 dello statuto ufficiale della Federazione, il quale vietava alle donne di far parte delle squadre, a eccezione dello staff medico. Detto articolo è stato modificato solo di recente.



Dopo numerose traversie, Yuki, che all'inizio si fa passare per un maschio pur di partecipare al ritiro preparatorio con la squadra, riesce a dimostrare il proprio valore sportivo e, complice la Federazione che chiude un occhio, diventa la prima donna giapponese a lanciare come professionista nella lega dei maschi.

Nel manga, Yuki è una lanciatrice mancina specializzata nello slow pitch (un modo di lanciare tipico del softball, a mulinello, col braccio teso e la mano sotto l'altezza dell'anca) e viene solitamente impiegata come closer nelle fasi conclusive della partita, quando c'è da eliminare l'ultimo battitore avversario e portare a casa la vittoria.

La famosa dream ball di Pat viene elaborata da Muto Heikichi, un ricevitore veterano  della squadra riserve soprannominato onigunso (sergente di ferro), il quale ha il compito di allenare la ragazza. Muto sfrutta un'intuizione basata sulla tecnica di lancio del bowling per perfezionare il lancio di Pat.



Successivamente, il ricevitore viene ceduto ai Carp di Hiroshima e ribattere il lancio segreto di Yuki che lui stesso ha creato diventa per una vera e propria ossessione.

(1- continua)

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