Nine: l'addio definitivo di Adachi al gekiga

Ovvero, l’influenza del sensei Ishii Isami e il personaggio di Yamanaka Kentaro.



Nel proseguimento del primo capitolo di Nine, Adachi iniziò a liberarsi del fardello gekiga che appesantiva la prima stesura della sua opera. Introdusse così il personaggio di Yamanaka Kentaro, che funge da prototipo di un elemento narrativo destinato a diventare tipico nelle sue opere: il koigataki (il rivale in amore).  

In Nine, Kentaro è uno studente maturo e disincantato, nonché il formidabile lanciatore del liceo Bunan, reduce da una straordinaria esperienza al Koshien vissuta l’anno precedente. Come se non bastasse, è amico d’infanzia della protagonista femminile Nakao Yuri, al punto da raccontare a chiunque che la ragazza diventerà sua moglie.  

Nelle opere del periodo gekiga di Adachi, lo sbruffone dongiovanni non era mai apparso prima. Kentaro è, invece, il principe azzurro al quale tutte le ragazzine con gli occhi a cuoricini chiedono foto e autografi. Conscio del proprio talento sportivo superiore e infastidito dal rapporto confidenziale che il protagonista Niimi intrattiene con la ragazza che lui considera sua, Kentaro alza l’asticella della rivalità, cercando in vari modi di mettere pressione a Yuri.  

Dal primo volume di Nine si ricava già la sequenza che descrive il primo incontro tra i due rivali, Niimi e Kentaro.


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Il koigataki secondo Adachi

Il koigataki dei manga di Adachi compare in circostanze piuttosto codificate: può affacciarsi in occasione di un’amichevole tra scuole, durante un festival scolastico o ancora nella tipica kissaten, la caffetteria frequentata dai protagonisti. A volte, come accadrà anche a Nitta Akio (Nello) in Touch, si presenta a bordo di una moto di grossa cilindrata. Non a caso, quando Niimi e Kentaro si incontrano una seconda volta, entra in scena proprio la motocicletta.



Un liceale in sella a una moto di grossa cilindrata? Oggi la legge lo vieta severamente, ma nel Giappone degli anni '70 vigeva un maggior permissivismo. Va detto che quel tipo di moto era un bene molto costoso, quasi irraggiungibile per la maggior parte degli adolescenti. Adachi intendeva probabilmente suggerire che Kentaro provenisse da una famiglia benestante.  

Mi hanno raccontato che, nel Giappone di quegli anni, le grosse moto rappresentavano un vero status symbol, l’oggetto del desiderio di molti giovani e appannaggio di pochi playboy facoltosi. Inoltre, erano il mezzo preferito da varie star del cinema, che le sfoggiavano per accrescere il proprio fascino. 

Negli anni '80, con il calo dei prezzi e con il proliferare dei bosozoku (letteralmente, le gang che corrono a velocità eccessiva), il fenomeno cambiò volto: bande di liceali ribelli trasformarono le moto in simboli di sfida, con abbigliamento vistoso, motociclette modificate e parate notturne rumorose. La polizia ebbe grandi difficoltà a contenerli.  

L’elemento della motocicletta in Nine potrebbe essere un retaggio dell’esperienza di Adachi come assistente del mangaka Ishii Isami. Ce lo racconta Jitsuroku Adachi Mitsuru Monogatari (La vera storia del romanzo di Adachi Mitsuru, del 1985). Ishii era infatti celebre per 750 Raidaa (si legge Nanahan Rider, del 1975), un manga scolastico incentrato su un liceale appassionato di moto. Da quel modello, con ogni probabilità, Adachi attinse l’idea di affidare a Kentaro una moto potente.



La foto sostituita

Adachi sfruttò anche l’elemento del kissaten, la caffetteria di riferimento che negli anni '70 fungeva da terzo spazio al di fuori delle mura familiari e scolastiche. Vi ci si incontrava naturalmente con amici, compagni, studenti di altre scuole, insegnanti e perfino genitori. Era il luogo ideale per far muovere i protagonisti in un terreno neutro, lontano dal campo da gioco o dall’aula.  

È proprio al kissaten che si svolge uno degli episodi simbolici della rivalità sentimentale: Kentaro trova l’abbonamento smarrito da Yuri, lo apre e scopre che la ragazza vi ha conservato una foto. Infastidito, decide di sostituirla con la propria, per poi riconsegnare l’abbonamento a Niimi, chiedendogli di restituirlo alla proprietaria. 

Niimi accetta controvoglia, ma quando si accorge della foto manomessa prova un senso di sconforto. Il giorno dopo, Yuri riceve l’abbonamento: controlla immediatamente il contenuto e, notando la sostituzione, si rivolge a Kentaro per farsi restituire l’immagine a cui tiene davvero, quella di Niimi.  

In questa scena si intravedono già i primi segnali dello stile che avrebbe reso celebre Adachi: pochi dialoghi, poche spiegazioni e un grande affidamento ai disegni, capaci di restituire al lettore i sentimenti dei personaggi. Una tecnica mutuata dagli shojo manga, ben noti ad Adachi, che costituiva invece una novità assoluta per i lettori delle riviste shonen, abituati a balloon fitti di testo in stile gekiga.

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Respinto per l’ennesima volta, Kentaro esce definitivamente di scena. Con la sua uscita, la componente drammatica e agonistica del baseball perde peso, e molte delle partite successive vengono raccontate solo in superficie. Prende invece il sopravvento il tono da commedia romantica, con l’evoluzione della storia d’amore tra i due protagonisti.


 

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Nine: un punto zero

Realizzato sul finire degli anni '70, periodo ancora dominato dagli spokon manga duri e crudi, Nine rappresenta il prototipo della commedia romantico-sportiva che avrebbe poi spianato la strada a Touch. Pace se il suo tono scanzonato fece storcere il naso a qualcuno all’epoca, o se la serie risultò breve e poco articolata: resta un’opera di svolta. 

Pur non reggendo il confronto con i capolavori successivi di Adachi Mitsuru, Nine rimane un’opera che segnò la storia, un punto zero da cui molti autori furono costretti a ripartire.

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