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Il fallimento dell'altra Mimì (2)

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Nato dalla fusione di serie pallavolistiche precedenti e caricato dell’aspettativa di guidare la riscossa dello spokon femminile, Ashita e Attack!  finì invece per fallire clamorosamente. Le cause potrebbero essere molteplici. Ma forse, più di tutto, nel pieno dell’era delle maghette e dei robottoni, Ashita e Attack!  si rivelò un anime ormai troppo fuori moda e di conseguenza non riuscì a catturare il pubblico giovane.  Ho chiesto lumi a qualche collega appassionato che avrebbe potuto intercettarlo all’epoca e molti non ne ricordano nemmeno l’esistenza. L’anime non beneficiò mai di repliche o di versioni home video, precipitando in breve tempo nell’oblio. Di certo, lo ricorderanno con più affetto gli appassionati italiani degli anni Ottanta. La trama di Ashita e Attack! Una leggera rinfrescatina alla trama del cartone: in passato, nel club di pallavolo del liceo Tachibana (che va pronunciato Tacibana , non Takibana  come nella versione italiana), pare che le senpai ...

Sasuke il piccolo ninja - Capitolo 1

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Ripropongo la mia traduzione del primo capitolo del bellissimo manga Sasuke il piccolo ninja. Pubblicato per la prima volta negli anni Sessanta e destinato in seguito anche al pubblico televisivo grazie alla celebre serie animata, il manga racconta le avventure di Sasuke , giovane ninja che si muove con agilità tra foreste, villaggi e castelli feudali.  La storia unisce tensione narrativa, suggestioni storiche ed elementi della tradizione popolare nipponica, un mondo segnato da intrighi e tradimenti. Con il suo tratto deciso e le atmosfere intense, il sensei Shirato riesce a catturare il lettore fin dalle prime tavole, trasportandolo in un Giappone antico e affascinante. Ripropongo quindi questa traduzione non solo per chi non avesse avuto occasione di leggerla in passato, ma anche per chi desidera riscoprire il fascino intramontabile di un manga che, a distanza di decenni, conserva intatta la sua magia.  [clicca sulla prima immagine per entrare nella modalità gallery] ...

Il fallimento dell'altra Mimì (1)

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Se si parla di anime sulla pallavolo femminile, il capolista non può non essere Attack No.1  (Quella magnifica dozzina, poi diventato Mimì e la nazionale di pallavolo), nato dal celebre manga di Urano Chikako del 1968. All'epoca, "Attack No.1" riscosse parecchi fan italiani. Personalmente ricordo di averlo visto, credo, durante la primavera del 1982, quando si intitolava ancora Quella magnifica dozzina . Una veloce premessa: nella prima metà degli anni '70, grazie al successo di "Attack No.1" (Quella magnifica dozzina), si sviluppò un'ondata sportiva nel mondo dei manga per ragazze che dette vita a un boom senza precedenti. I primi due numeri del manga Attack No.1 Anche se, a dirla tutta, in realtà quel boom era già iniziato qualche anno prima grazie alle imprese delle leggendarie Streghe d’Oriente , ovvero la squadra femminile di pallavolo che trionfò alle Olimpiadi di Tokyo del 1964.  L’altra miccia in versione fumettistica che contribuì a dare il via ...

Sasuke il piccolo ninja

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Cos'è che piacque fin dal primo momento di Sasuke il piccolo ninja?  Forse il tratto fanciullesco del maestro  Shirato Sanpei , che profuma così tanto di anni '60 (il manga risale al 1961, mentre l'anime al 1969)? Oppure i colori cupi e sfumati, quasi mai vivaci, che accompagnano la drammaticità delle vicende?  Oppure la storia stessa, che si snoda alternando pochi avvenimenti lieti a molte scene truci e sanguinolente, realistiche all'inverosimile, spesso prive di un briciolo di pietà? O ancora, la mania del maestro Shirato di giustificare con spiegazioni scientifiche i vari trucchi ninja che si susseguono di episodio in episodio? La coincidenza volle che Sasuke il piccolo ninja debuttasse quasi in contemporanea con Kamui den  (in Italia, L'invincibile Ninja Kamui ), altro capolavoro di Shirato. Era il biennio 1981-82. All'epoca fu immediato il paragone tra i due cartoni, storie che avevano molto in comune: crude, spietate, violente e disincantate. St...

H2 di Adachi Mitsuru (2)

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Altre curiosità legate al manga H2 . NUMERO 27 Il 27 è per antonomasia è il numero del ricevitore . Pertanto, un lettore giapponese intuisce fin dalla prima occhiata che Noda ricopre questo ruolo (volume 1, pagina 41). I giocatori professionisti giapponesi che scelgono il 27, infatti, nove volte su dieci sono dei ricevitori. Un po' come nel calcio, dove il numero 10 viene di norma assegnato al fantasista della squadra. Nel baseball, di solito, non viene data importanza alla relazione tra il numero e la posizione, un po' come accade nel calcio moderno coi numeri personalizzati. Tuttavia, di solito, l'eccezione riguarda proprio il ricevitore.  Qualche esempio famoso: il numero 27 venne indossato da Mori, il ricevitore dei Tokyo Giants che negli anni '70 vinsero per ben nove volte consecutive il titolo di Campione del Giappone. Personalmente, il numero 27 preferisco associarlo all'immagine di Furuta, il catcher occhialuto degli Yakult Swallows, probabilmente il ricevit...

H2 di Adachi Mitsuru (1)

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Il manga H2  iniziai ad acquistarlo a Tokyo a partire da giugno 1993, dopo averlo scoperto per caso nel settimanale Shonen Sunday circa un anno prima.  C on lo scorrere dei capitoli mi resi conto che mi avrebbe aiutato a rivivere l'atmosfera e le emozioni provate con Touch .  Le scene buffe e i momenti di comicità tipici di Adachi Mitsuru contribuivano a rompere la trama sportiva che faceva da sfondo al consueto intreccio amoroso, rendendo il manga decisamente vivace e coinvolgente.  Il baseball era predominante e ben descritto nei dettagli, specialmente quando si parlava di Koshien. In particolare i disegni degli sfondi sono quelli tipici di Adachi, cioè stupefacenti, puliti come cartoline. TITOLO Il titolo H2 deriva dai nomi dei due protagonisti, scelti con un gioco di parole giapponese chiamato rakuya ochi . Questo gioco di parole è uno degli aspetti preferiti di Adachi, appassionato di rakugo , il teatro tradizionale che si regge proprio sulla comicità. Serve anc...

Touch - Prendi il mondo e vai (2)

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Altre curiosità legate a Touch. L'ambientazione logistica prevedeva che il Meisei Gakuen partecipasse alle eliminatorie estive di Nishi Tokyo Taikai (Torneo eliminatorio di Tokyo Ovest), ma alla fine il liceo venne inserito nelle eliminatorie di Higashi Tokyo Taikai (Torneo eliminatorio di Tokyo Est). Questo perché le abitazioni delle famiglie Uesugi e Asakura erano localizzate nella municipalità di Nerima , nella parte nord-occidentale della metropoli, un'area le cui scuole superiori sono di norma inserite nel raggruppamento orientale. Un'altra particolarità che potrebbe apparire strana considerando la notoria meticolosità di Adachi riguarda il calendario sportivo del liceo. Per qualche ragione, nel manga Touch il Meisei Gakuen non partecipa alle eliminatorie del Torneo d'Autunno che di norma offre una chance per ottenere l'invito al Senbatsu, il torneo di primavera.  Nel corso della storia, tuttavia, si fa riferimento a una qualificazione al Senbatsu del Sumi Ko ...

Touch - Prendi il mondo e vai (1)

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Il baseball liceale e la love comedy nei manga sono come due binari apparentemente scollegati, che puntano in direzioni diametralmente opposte. Tuttavia, a metà degli anni '70, qualcosa cambiò. Quando questi due binari vennero congiunti dettero vita a un connubio narrativo che conquistò i lettori. E quando entrò in scena il geniale Adachi Mitsuru , il risultato fu inevitabilmente vincente.  Touch (Prendi il mondo e vai) è una storia che lasciò un'impronta indelebile nel cuore degli appassionati di Adachi, indipendentemente dalla loro età. Nonostante sia incentrato sul baseball, il manga può essere apprezzato anche da coloro che non hanno alcun interesse nello sport. Adachi modellò i suoi personaggi principali sulla struttura di Nine , pubblicato nel 1978. Il successo di questa storia breve preparò il terreno a Touch , che fece il suo debutto nel lontano 1981 sulle pagine ruvide di Shukan Shonen Sunday. Il significato del titolo è abbastanza noto. Touch deriva dal termine baton ...

Yutori e il baseball scolastico (2)

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Il termine yutori è rimasto nell'immaginario collettivo e viene ancora oggi usato in modo polemico o autoironico per descrivere atteggiamenti rilassati o poco competitivi.  La filosofia yutori influenzò il modo di comunicare, introducendo un approccio più rilassato, informale e a volte ironico - l'esatto opposto dello stile rigido, quasi marziale che caratterizzò gli anni '70 e '80.  Diede origine a un'estetica yurui (morbida, allentata), che ritroviamo in molti personaggi dolci e passivi degli anime e dei manga, spesso rappresentati in modo satirico o malinconico. Questi giovani appaiono troppo rilassati se confrontati con i loro colleghi senior di stampo Showa , decisamente più rigidi e determinati. Manga sportivi come specchio sociale Come rappresentarono i manga sportivi - in particolare sul baseball - i cambiamenti sociali e scolastici in rapporto all'epoca yutori ? Questo binomio risulta particolarmente interessante perché il baseball è lo sport scolastico...