Eguchi Hisashi: manga, tombini e cultura pop
Per celebrare il settantesimo anniversario del municipio di Minamata, cittadina della parte meridionale della prefettura di Kumamoto, distante poco più di due ore da Fukuoka, l’artista Eguchi Hisashi ha realizzato sei illustrazioni originali a colori per decorare altrettanti tombini (circa 60 cm di diametro), installati nei punti strategici della città.
Eguchi torna spesso alla ribalta da queste parti. Queste immagini, raffiguranti figure femminili immerse in scenari iconici come il Minakota Rose Garden e la spiaggia di Yunoko, valorizzano sia il paesaggio che il talento del loro celebre autore.
Secondo un servizio del quotidiano Nishi Nippon Shinbun, i nuovi tombini colorati sono stati collocati lo scorso febbraio sia nei punti chiave della municipalità, sia presso la stazione ferroviaria locale -gestita dalla compagnia privata Hisatsu Orange Railway- punto d’accesso principale per la città.
Abbellire le coperture dei tombini con illustrazioni ispirate alla cultura anime-manga e alle attrazioni turistiche locali è una pratica in rapida diffusione tra i comuni giapponesi, che la utilizzano come strumento di promozione e rivitalizzazione urbana. Minamata, legata a doppio filo al nome di Eguchi, arricchisce così la propria proposta culturale, attirando appassionati e curiosi nei luoghi dell’infanzia del disegnatore.
Chi è Eguchi Hisashi
Nato a Minamata nel 1956, Eguchi Hisashi è unanimemente riconosciuto come uno dei principali illustratori di personaggi femminili nella storia del fumetto giapponese. Esordisce come mangaka nel 1977 sulle pagine di Jump con Susume!! Pirates, una serie a tema baseball, e consolida la fama nel 1981 con il celebre Stop!! Hibari-kun!, poi adattato in anime nel 1983.
Nel corso della carriera, Eguchi si distingue per la capacità di intercettare e plasmare lo stile pop legato all’immaginario femminile giapponese. La raccolta KING OF POP, pubblicata nel 2015, ripercorre trentotto anni di attività: un’antologia a colori che testimonia l’evoluzione del suo segno, influenzato dapprima dal mondo pubblicitario e in seguito dall’illustrazione editoriale. Una vera delizia per gli occhi.
Negli anni Ottanta, nonostante un certo scetticismo verso le raccolte di sole illustrazioni, il prevalere dei nuovi linguaggi della comunicazione di massa contribuì a legittimare la figura del grafico e dell’illustratore, un contesto in cui Eguchi seppe imporsi sin da subito come autore di riferimento. Si dice che le sue illustrazioni di quegli anni fossero concepite in modo che gli appassionati potessero staccare le pagine della rivista, fotocopiarle, e poi imprimerle sulle magliette tramite stiratura a caldo.
"Ho iniziato a disegnare personaggi femminili pensando che mancassero nei manga di allora. Sapevo che sarebbero piaciuti, purché fossero disegnati in modo accattivante".
Fra i soggetti più ricorrenti nelle sue opere figurano figure femminili eleganti, ironiche, sofisticate, dal tratto essenziale e delicato. Dall’immagine della ragazza sensuale ai ritratti di tifose di baseball -famose le Carp Girls della squadra di Hiroshima-, Eguchi raffina ed evolve nel tempo lo studio della figura, prestando particolare attenzione a elementi spesso trascurati come narici, espressioni contrariate o dettagli apparentemente secondari, resi possibili anche grazie all’uso di strumenti specifici come il fudepen.
Un’identità visiva riconoscibile
Il tratto di Eguchi, pulito, raffinato, caratterizzato da una grande attenzione al realismo e allo stile, soprattutto negli sguardi e nei dettagli dei volti, è divenuto iconico. Nel corso di quarant’anni di attività, il successo presso il pubblico giovanile è andato consolidandosi grazie a commissioni da parte di aziende, riviste di moda, campagne pubblicitarie, copertine editoriali e design per prodotti culturali.
Racconta Eguchi in un’intervista al Nishi Nippon Shinbun: "In realtà sono fuggito dal lavoro di mangaka trovando rifugio nelle illustrazioni. Quando disegno, uso un solo fudepen. Una volta terminata l’opera, la scansiono e la coloro in digitale, aggiustando manualmente dettagli minuziosi come ciglia e occhi: sono questi a rendere ogni disegno unico".
Alla domanda sulle evoluzioni della figura femminile, Eguchi risponde: "La base è rimasta la stessa, ma trovo fondamentale osservare la città, annotare particolari dell’abbigliamento, del trucco e delle acconciature più in voga. Le giovani generazioni oggi sono in grado di valorizzarsi e apparire alla moda con grande naturalezza. È proprio questo che cerco di trasmettere nei miei lavori".
Da Susume!! Pirates alle collaborazioni pop
Susume!! Pirates, manga dall’impronta umoristica e ancora acerba, fu il primo grande successo che permise a Eguchi di emergere nel settore. Già negli anni Novanta, tuttavia, l’autore si distingue per le sue collezioni di illustrazioni, come Eguchi Hisashi World 1990 e Still Life - Eguchi Hisashi no sekai (1992), nei quali emerge una sensibilità grafica particolarmente attenta alla rappresentazione della moda e della cultura giovanile del tempo.
La società giapponese degli anni Ottanta e Novanta viene così cristallizzata in neologismi come wanren bodikon (neologismo ricavato dalla pronuncia delle parole inglese one length e body conscious), riferito a tagli di capelli e abiti aderenti propri delle icone di discoteca dell’epoca, nel periodo della bolla economica, oppure attraverso soggetti che ricordano gruppi femminili del panorama pop come le C.C. Girls, onnipresenti nelle riviste di moda del tempo. Ragazze che si potevano incrociare nelle discoteche storiche come il Juliana a Shibaura, vicino al porto metropolitano.
Un segno della popolarità di Eguchi sono anche le sue collaborazioni per la decorazione urbana. La celebre shotengai Sunroad di Kichijoji a Tokyo vanta una sequenza di stendardi illustrati dall’artista, raffiguranti scene e figure ispirate all’ambiente e alle consuetudini del luogo.
"L’altro giorno" racconta con una punta di soddisfazione Eguchi, che oggi vive a Tokyo, "ho visto una liceale fermarsi sotto uno dei miei stendardi per farsi una foto. Mi ha colpito vedere come una generazione che ignora il mio nome possa comunque apprezzare il mio lavoro".





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