Un sabato tra attese, riviste e… Chiba Tetsuya

Da vent'anni a questa parte mi presento puntualmente dal mio barbiere di sabato mattina. 

Capita talvolta che mi presenti senza appuntamento (irresponsabile gaijin), ma per me chiudono sempre un occhio. Però, così, capita spesso che debba attendere una buona mezz’ora prima di accomodarmi su una delle tre sedie ergonomiche in finta pelle, in attesa del mio turno per tagliarmi i capelli.



Ma si tratta di un’attesa più che tollerabile, a volte persino piacevole. La saletta d’attesa, ricavata in un angolo del locale, offre infatti una libreria scorrevole traboccante di manga (in stile Book-Off), accanto a una variegata collezione di riviste impilate, un po’ disordinate, su un basso tavolino di vetro. Sono lì ad aspettare solo di essere sfogliate.

All’inizio lo sguardo cade sempre sulle riviste particolari che abbondano: settimanali di gossip, scandalistici e un po’ spinti come Flash, Friday, Weekly Playboy, Shukan Post, SPA… riviste capaci di rapire l’occhio curioso (e a volte un po' ingrifato) del cliente in attesa, con le loro ragazze-copertina prorompenti, quasi mai realmente vestite.

La pila di queste riviste è, guarda caso, sempre la più mossa (ma va?), a dimostrazione che tutto il mondo è paese…

Sotto, sul ripiano inferiore, si trovano invece le classiche riviste di motori, i quotidiani sportivi e qualche rivista specialistica di settore (parrucchieri & co.), che però credo nessun cliente abbia mai sfiorato.

La lista citata prima comprende settimanali che offrono paparazzate e pettegolezzi vari, politica (in particolare scandali e corruzione), cronaca nera (magnifici gli articoli sulle organizzazioni yakuza) e ovviamente tanto baseball.

Non mancano articoli sulle izakaya più caratteristiche e qualche servizio osé dedicato a snack bar e locali notturni, il tutto “condito” da pagine a colori, all’inizio, al centro e spesso anche in chiusura, con bellezze locali e starlette immortalate in pose ammiccanti.

Sono riviste semi-patinate, veloci da sfogliare: cinque minuti di piacere per gli occhi, poi dimenticate altrettanto in fretta. A volte, però, capita di trovare qualche servizio interessante. Come è successo con il numero 1571 di Flash pubblicato a settembre 2020, che mi capitò fra le mani proprio un sabato durante la mia consueta attesa dal barbiere.

Verso la fine della rivista, mi ritrovai a leggere un’intervista a un monumento del manga: Tetsuya Chiba, il leggendario autore di Ashita no Jo (Rocky Joe), nonché di Ore wa Teppei (Io sono Teppei) e Ashita tenki ni naare (Tutti in campo con Lotti), anime arrivati in Italia dalla seconda metà degli anni '80.

Il barbiere, persona squisita e gentilissima, notato il mio interesse per l’articolo, a fine taglio me lo regalò. Così, ho deciso di scansionare quelle pagine e tradurne il testo. Ho saltato la parte dedicata al curriculum del sensei e alle schede dei lavori precedenti, informazioni già ben note e facili da reperire online.

Ecco la traduzione dell’intervista.



L’ULTIMA PIACEVOLE ATTIVITÀ LAVORATIVA DI TETSUYA CHIBA 

Disegnare quello che gli pare e farlo ogni giorno

Ecco il manga seriale che il sensei disegna, alla veneranda età di 81 anni, nel suo laboratorio ricavato dal sottotetto di casa.

"Nel caso di una persona normale, quando si sveglia la mattina del giorno dopo, probabilmente penserà: 'Forza, mettiamoci al lavoro!'. Nel mio caso, invece, visti i tempi che corrono, potrebbe anche capitarmi di… non svegliarmi affatto (ride). Quindi, ogni volta che mi sveglio la mattina, per prima cosa ringrazio il cielo di essere ancora vivo."

Tetsuya Chiba racconta così, con un sorriso, il suo modo di affrontare ogni giorno. Artista che ha firmato alcune tra le opere più amate di sempre – in particolare Ashita no Jo – Chiba continua, a 81 anni suonati, a disegnare manga, lavorando nel suo studiolo in mansarda.



Dal 2016, Chiba è impegnato con la serie Hinemosu notari nikki per il settimanale Big Comic: quattro pagine di fumetti tutte a colori. A conti fatti, erano passati sedici anni dalla sua ultima pubblicazione su rivista.

"All’inizio, questa era una rubrica di Shigeru Mizuki," puntualizza Chiba. "Quando il sensei si ammalò, mi chiamarono come pinch hitter (sostituto battitore, prende il posto di uno dei giocatori al piatto e, se necessario, anche in difesa negli inning successivi) per sostituirlo fino alla sua guarigione. Programmai di restare circa sei mesi, finché Mizuki non si fosse ripreso, ma – come sapete – venne a mancare proprio durante la serie. Apprezzavo molto il suo Watashi no hibi (Le mie giornate), serializzato proprio lì. Sembrò quasi che fosse destino mi passasse il testimone. Ecco perché continuo ancora oggi con il mio diario a fumetti."



Hinemosu notari nikki (significa, pressappoco, "diario del dolce far niente", oppure "diario di una giornata languida, trascorsa nell’ozio, pigramente, in completo relax") è una specie di diario della memoria, dove racconta la sua infanzia in guerra, il percorso scolastico, le avventure da fumettista, la celebrità raggiunta, fino agli eventi più recenti come la pandemia.

Quest’anno sono 64 anni di carriera come mangaka. Hinemosu notari nikki, come il titolo suggerisce, mi offre un lavoro rilassante. Significa che posso affidarmi ai ricordi e illustrare storie del passato o della quotidianità. Certo, comprimere tutto in quattro pagine non è semplice, ma mi diverte molto raccontare i malanni dell’età o scherzare, sempre con affetto, su altri colleghi. “L’entusiasmo c’è ancora, ma purtroppo gli occhi mi danno qualche problema.

Nel suo laboratorio, una stanzetta ricavata nel sottotetto di una grande casa, Chiba continua a lavorare, anche se la squadra è molto cambiata:

"Quando pubblicavo serial settimanali, il mio team contava fino a nove persone. Dagli anni Novanta però, dopo problemi cardiaci e un tumore al colon, la produzione si è fatta più intima. Ora sembra quasi che lavori da solo, ma in verità mia moglie mi aiuta con i colori. Devo ammettere che è molto più portata di me!” (sorride) Adesso posso disegnare dedicandoci tutto il tempo che serve, finché il risultato non mi soddisfa pienamente. Questa è autentica felicità."



Lavorare a una serie tutta a colori, a 81 anni, comporta qualche sfida concreta.

"Ancora oggi, a volte, mi cimento con il baseball e il tennis, quindi sono fiducioso che il fisico tenga. Difficile, però, è resistere alla fatica sulla vista: ho avuto anche un distacco della retina, quindi quando gli occhi si stancano… diventa dura."

Gli occhiali che usa sono speciali, fatti apposta: permettono all’acqua di scorrere sulla montatura per evitare la secchezza agli occhi. Quando la vista cede, Chiba si sdraia sul futon nell’angolo del laboratorio e si concede un pisolino. A volte dorme lì fino al mattino.

Verrebbe da chiedersi dove trovi ancora l’energia per continuare a disegnare così tanto e così bene!

"Proseguire nella ricerca della gioia che mi dà la sensazione di aver creato qualcosa di buono: è questa la spinta che mi fa andare avanti."

Durante i grandi serial settimanali come Ashita no Jo, Chiba confessa di aver vissuto spesso con disagio il peso della responsabilità e delle scadenze, sentendosi a volte frustrato. Oggi invece disegna per il piacere di farlo, ogni giorno per lui è un divertimento.

"Credo davvero che questa sia la fase più appagante della mia vita di mangaka."

Anche un maestro come Chiba continua a inseguire i propri momenti di soddisfazione artistica.

"Quando ero impegnato su molti serial, solo raramente mi convincevo di aver fatto davvero un buon capitolo. Spesso, con le scadenze, mandavo alla casa editrice lavori che non mi soddisfacevano affatto, pentendomene subito dopo. Ora invece posso lavorare secondo i miei ritmi. Sento ancora la necessità di disegnare, per soddisfare me stesso. Anche oggi capita solo di rado, un paio di volte l’anno, di sentirmi davvero appagato dal punto di vista professionale."

In Hinemosu notari nikki Chiba racconta anche episodi della guerra, o parla dei lutti che hanno toccato la sua vita.

"Ora sto benissimo, ma devo confessare che, recentemente, quando è venuto a mancare chi fu il mio editor durante gli anni degli shojo, mi ha colto più di prima la consapevolezza che la morte è sempre dietro la porta, pronta a prenderti. Per questo, prima di dormire, ringrazio per essere vissuto un altro giorno in salute e per aver potuto disegnare. E la mattina, ringrazio ancora una volta per aver aperto gli occhi."



Ed eccoci a un nuovo giorno. Ancora oggi, il sensei Tetsuya Chiba si è svegliato e continuerà a disegnare manga – con la speranza, aggiungo io, che possa farlo per tanti anni ancora.

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